I mostaccioli di San Francesco, sono dei biscotti con mosto, mandorle e miele, molto amati dal Santo. Questo mese l’appuntamento mensile, con la rubrica Alla mensa coi Santi, è dedicato interamente a San Francesco. Sia io che Monica e Simona, abbiamo preparato una ricetta in onore del Santo Patrono d’Italia. I miei sono dei biscotti aromatizzati alla cannella e pepe, da fare in pochissimi minuti. Si conservano per parecchi giorni, in un contenitore a chiusura ermetica. Cercando in rete, ho trovato tante ricette per preparare i mostaccioli di San Francesco, chi metteva uova intere, chi lievito, chi usava pasta di pane, insomma ero un po’ confusa. Alla fine ho scelto di preparare la ricetta trovata sulla pagina Facebook di Frate indovino, dell’Ordine Minore dei Cappuccini, che dal 1945 pubblica il famosissimo calendario.
Questo mese abbiamo preparato 3 dolci in onore di San Francesco d’Assisi 3 ricette tipiche umbre.
Monica – Torcolo di castagne
Simona – Pagnotta di San Francesco
Io – Mostaccioli di San Francesco, i biscotti di frate Jacopa
Mostaccioli di San Francesco d’Assisi
Portata: Dolce
Porzioni: 15 mostaccioli circa
Preparazione: 15 minuti
Cottura: 15 minuti
Ingredienti
- 250 g di mandorle tritate finemente
- 150 g di farina 00
- 125 g di miele
- 2 albumi
- 1 -2 cucchiai di mosto
- Cannella a piacere
- Pepe a piacere
Preparazione dei mostaccioli di San Francesco
- Preriscaldate il forno a 170 gradi. Rivestite una teglia con la carta forno.
- In una ciotola mettete le mandorle, il miele, gli albumi, il mosto, il pepe e la cannella e iniziate a mescolare con una forchetta.
- Unite anche la farina e impastate con le mani, spolverizzate un piano da lavoro con della farina, rovesciate l’impasto e stendetelo ad uno spessore di circa 5 mm.
- Ritagliate dei biscotti a forma di losanga, larghi circa 4 cm.
- Sistemate i biscotti nella teglia e infornate per circa 15 minuti.
- Sfornate e fate freddare completamente prima di servire.
San Francesco d’Assisi
Francesco nacque ad Assisi tra il 1181 e il 1182, non si conosce la data esatta, da famiglia benestante. Al momento della nascita il padre Pietro di Bernardone, commerciante di stoffe, era assente, così la madre Pica, nobildonna provenzale, lo fece battezzare con il nome di Giovanni, Ma suo padre al ritorno da un viaggio di lavoro in Francia, gli cambiò il nome in Francesco. Dai sei anni frequenta il primo grado d’istruzione, ma molto probabilmente, vista la sua agiatezza economica, proseguì gli studi, in vista di una futura carriera militare o nel commercio come il padre. Iniziò ad occuparsi dell’attività paterna conducendo una vita allegra e spensierata con i giovani aristocratici di Assisi.
Nel 1203- 1204 pensò di partecipare ad una crociata, partì per Lecce per raggiungere gli altri cavalieri e raggiungere Gerusalemme. Ma si ammalò e passo una notte nella chiesa di San Sabino a Spoleto, dopo quella notte cambiò idea, abbandonò i suoi progetti e tornò ad Assisi. Diventò sempre più schivo e silenzioso, passando molto tempo a pregare in luoghi solitari, interessandosi sempre di più ai poveri e alle loro necessità. Il suo modo di essere cambiò così tanto, che un giorno incontrò un lebbroso, oltre a dargli l’elemosina, lo baciò e lo abbracciò. Cosa, che come raccontò lui stesso, prima non avrebbe mai fatto.
Iniziò a vendere i beni di famiglia per aiutare chi ne aveva bisogno, il padre preoccupato dal comportamento di suo figlio, cercò di allontanarlo da Assisi per evitare i pettegolezzi. Arrivò a denunciarlo al console, nella speranza di vederlo cambiare, invece Francesco, si appellò al vescovo e il processo avvenne alla presenza di tutta Assisi. Francesco si denudò e rese gli abiti al padre, rinunciando ai suoi beni.
La nuova vita di Francesco
Iniziò così la nuova vita di Francesco, si recò a Gubbio, per curare i lebbrosi. Tornò poi ad Assisi, dove si dedicò al restauro di alcune chiese, tra queste la Porziuncola e Santa Maria degli Angeli. Iniziò la sua predicazione, e alcune persone iniziarono a seguirlo, Francesco con i compagni si recarono a Roma per ottenere l’approvazione dal Papa della regola di vita, nacque così l’ordine dei frati minori.
Nel 1223 a Greccio, in provincia di Rieti, rievocò per la prima volta, la nascita di Gesù, da quell’episodio iniziò la tradizione del presepe.
Nel 1226 gravemente malato di fegato, volle dettare un Testamento, legato alla regola di vita, incoraggiando l’ordine a non allontanarsi dallo spirito iniziale. Ormai prossimo alla morte, chiese di essere trasportato da Nocera Umbra, dove si trovava, ad Assisi, nel luogo da lui più amato, la Porziuncola. Morì il 3 Ottobre del 1226.
La ricorrenza di San Francesco è il 4 Ottobre, è Patrono d’Italia, dell’Umbria, di poeti, commercianti e dell’ordine dei frati minori cappuccini.
Fonte:Wikipedia
I tanto amati mostaccioli di Jacopa de’ Settesoli
Francesco conobbe Jacopa de’ Settesoli durante il suo viaggio a Roma, nel 1210, lo aiutò a trovare alloggio a Roma. Diventarono amici e lui la chiamava affettuosamente frate Jacopa. In punto di morte Francesco dettò una lettera da inviare a Jacopa, voleva rivederla prima di morire e le chiese di potargli quei dolcetti che lei preparava per lui quando era a Roma e che lui tanto amava. Ma lei arrivò ad Assisi prima che la lettera venisse spedita, portando con se, proprio quei dolcetti che Francesco tanto desiderava prima di morire.
Trovate tutte le ricette alla pagina Alla mensa coi santi
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4 commenti
Che bella la storia di questi mostaccioli, non la conoscevo…quante cose belle si imparano con questa rubrica!
Ti abbraccio amica mia, me li segno, devono essere superlativi ;)
Belli e buonissimi ^_^
Adoro queste ricette e non sai che darei per fare l’assaggio!
Complimenti cara, sei sempre fonte di ispirazione!
Tu ne avevi troppe io solo una..ed ho dovuto anche modificarla un po’!!!
Favolosi questi dolci…da provare di certo!!!!
Un abbraccio
moni