I frascarelli umbri, sono un antico piatto della cucina povera della tradizione, preparato con solo acqua, farina, sale e un filo di olio.
Questo mese per l’appuntamento con la rubrica L’Italia nel Piatto, abbiamo scelto come tema “Tratto da un libro…”. Ogni regione proporrà una ricetta pubblicata su un libro di ricette regionali.
Spulciando tra le pagine dei miei libri di Cucina Umbra, ho trovato una ricetta che era presente quasi in tutti i libri, i frascarelli, così ho deciso che sarebbe stata la mia proposta per il mese di maggio.
I frascarelli umbri, antica ricetta povera
Ho deciso di prendere spunto dal libro “Cucina Tuderte” di Domenico Mammoli a cui tengo in modo particolare, visto che vivo a Todi. Un piccolo libricino dove ho trovato tante ricette tipiche di Todi, ma anche di buona parte dell’Umbria.
Avevo sentito parlare dei frascarelli, sia da mia nonna paterna, che da mia suocera, mia nonna li odiava e così incuriosita ho voluto provarli.
Certo non è un piatto che ti viene in mente se pensi alla cucina umbra, ma adoro riscoprire vecchie ricette umbre dimenticate.
I frascarelli sono uno dei piatti più poveri della cucina umbra, si preparano portando a bollore acqua leggermente salata, si aggiunge farina a pioggia e si lascia cuocere mescolando per non far formare grumi, finché non si raggiunge la consistenza di una polenta piuttosto lenta. Una volta pronta la polentina si versa nei piatti e si condisce con olio extra vergine di oliva a crudo.
Alcuni aggiungevano pezzettini di pomodoro o erbe aromatiche come la maggiorana. Se si vuole si può aggiungere del formaggio grattugiato, un tempo era una rarità non alla portata di tutti.
I frascarelli erano il piatto che veniva servito alle donne che avevano partorito, si pensava che aiutasse la formazione del latte.
Frascarelli umbri
Portata: Primo
Porzioni: 2- 3 persone
Preparazione: 5 minuti
Cottura: 10 minuti circa
Ingredienti
- 500 ml di acqua
- 125 g di farina
- Sale
- Olio extra vergine di oliva
- Maggiorana fresca
Preparazione
- Portate a bollore l’acqua, aggiungete il sale e iniziate a versare a pioggia mescolando la farina, facendo attenzione a non formare grumi.
- Lasciate cuocere mescolando per circa 10 minuti, dovrete ottenere una polentina abbastanza fluida, se necessario aggiungete altra acqua.
- Quando la polentina è pronta, aggiungete qualche fogliolina di maggiorana e mescolate.
- Versate nei piatti e condite con un giro di olio a crudo e servite subito.
Le proposte delle altre regioni
Liguria: Risotto alle rigaglie
Lombardia. Asparagi alla Milanese
Veneto. Tortino di riso e pomodoro, da “Mangiare veneto” di Amedeo Sandri
Friuli-Venezia Giulia. Bombolotti di ricotta
Emilia-Romagna. Bomba di riso alla piacentina
Toscana. Tortelli di acquacotta con salsa all’uovo, ricetta di Valeria Piccini
Marche. Il lattaiolo dal libro “La Cucina Regionale Italiana Marchigiana”
Lazio. La concia di zucchine, ricetta ebraico-romanesca
Abruzzo. Amatriciana: storia e origini della ricetta
Molise. La pizza con bicarbonato
Campania. Zuppa di fave, piselli e pancetta
Puglia. Polpette di carne di cavallo
Basilicata. L’ambrosia la ricetta del nettare degli Dei
Calabria. Tiana catanzarese
Sicilia. Sarde al Limone
Sardegna. Minestra de patata arrubiata
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8 commenti
Una zuppa molto povera che lontanamente mi fa ricordare il nostro “bro’ brusa’”, ma la ricchezza della nostra cucina nasce proprio da questi piatti
Ciao Manu
Mia madre li faceva.. in tutt’altro modo. Si chiamano così perché veniva usata una “frasca” ossia un ramoscello con foglie che veniva immerso nell’acqua bollente e scosso sulla spianatoia spolverata abbondantemente di farine proprio per formare grumi più piccoli e più grandi che cenivano poi gettati nell’acqua bollente e conditi con sugo al pomodoro.
dovrò provare anche questa versione, grazie mille
Incredibili certi piatti, a volte anche poco invitanti, ma che hanno cresciuto intere generazioni! Ciao Miria
Molto interessante questa minestra, semplice ma buonissima, ed anche il libro un vero tesoro che scommetto conserverai gelosamente ;)
Un abbraccio amica mia
questa non l’avevo mai sentita, in pratica una polenta di farina… interessante!
Semplice e delicata, Miria, una bella scoperta questa ricetta!
Che bella ricetta. Mi piace anche molto come si presenta.